In questi giorni stanno partendo gli ultimi campionati Open degli sport di squadra all’interno della regione, poi sarà la volta di quelli giovanili e delle discipline individuali. Ed allora mi sembra doveroso dedicare a questo percorso avvincente, che ci porterà all’inizio dell’estate, un momento di riflessione.
Ridefinire i nostri obiettivi come insieme di Comitati, associazioni, appassionati sportivi ritengo sia fondamentale perché non ci riduciamo ad uno sterile torneificio ma il nostro agire sia sinergico e nel rispetto del ruolo sociale che ci viene attribuito.
Nel programmare le nostre attività prendiamoci allora un impegno, quello di generare spazi dove le persone abbiano la precedenza su tutto, curare la crescita di gruppi dove sia possibile ascoltare ed essere ascoltati, dove si possa non solo “evadere” dai pensieri ma dove si possa addirittura trovare un amico per affrontare i problemi e risolverli.
Nelle nostre comunità, nei luoghi in cui viviamo serpeggia uno spiccato individualismo e si rischia, all’insorgere dei primi problemi, di isolarsi. L’appartenenza ad una società sportiva può essere una vera fuga dall’isolamento, una delle poche che il nostro modo di vivere ci riserva.
Chi governa le società sportive, i nostri gruppi ha anche questa importante responsabilità, a cui non ci si può sottrarre. Una riflessione che faccio prima di tutto mia, che estendo a tutte le persone che operano all’interno della struttura del CSI e a quelli che il CSI lo rappresentano sul territorio: le donne e gli uomini delle Società Sportive.