Anche nei giorni “caldi” c’è chi lavora in silenzio per il bene del movimento
Dettagli
Pubblicato Lunedì, 30 Luglio 2018 09:15
La prossima settimana decreterà il termine delle attività sportive in molti Comitati della nostra regione. Se è vero che per un mesetto non vedremo gente in campo è invece consolidato che chi ha delle responsabilità politico-organizzative all’interno delle strutture territoriali e delle Società Sportive si ritrovi sia a “chiudere” la Stagione che a guardare alla “strategia” e alla programmazione per il prossimo Anno Sportivo.
Sono giorni faticosi anche per chi può contare su una struttura ed è indispensabile, prima di “staccare la spina”, fare i conti con la burocrazia accumulata e attuare una pianificazione di massima per quello che ci attende di qui a breve.
Nel fare questo esercizio a cavallo tra due stagioni, tra passato e futuro, mi rendo conto di come, col passare del tempo, la percezione dell’Associazione si sia consolidata e ci si aspetti da essa di essere bianca, nera, viola o gialla non solo secondo il modo di essere di ciascun individuo ma che essa cambi colore in base alla convenienza di quel determinato momento. Così il CSI, come le Società Sportive, si ritrovano ad essere il cuscinetto di stati di ansia e frustrazione.
Anche se i giocatori non giocano e gli arbitri non arbitrano qualcuno nei Comitati fa un lavoro silenzioso ma indispensabile che permette a tutta la macchina del CSI di andare avanti. L’operato di queste persone, addetti alle segreterie, amministratori e dirigenti è particolarmente prezioso perché è lontano dai riflettori, non gode di particolari gratificazioni pubbliche, e la loro estate sarà caratterizzata da un periodo di riposo ma di reperibilità continua perché il solo fatto di essere segretario, amministratore o dirigente del CSI lo spinge ad esserci per tutti, sempre.
Qualcuno si ricorda di loro quando non è istantanea la risposta ad una mail, quando un bonifico tarda ad arrivare, quando la formula di gioco è diversa da quella che ci aspettavamo.
Purtroppo molto spesso non vi è la coscienza di cosa sia un’Associazione e altre volte non vi è consapevolezza vera di cosa sia il CSI. Per istruire a questo analfabetismo basterebbe mettere la telecamera addosso a queste persone, riprenderle sotto l’ombrellone, in autostrada, su un’impalcatura, in fabbrica. Nei momenti di svago e di lavoro li vedremmo fornire una quotidiana testimonianza di autentico servizio.
Se è vero che con l’esperienza e con l’impegno ci si può sempre migliorare io a loro sono comunque e sempre veramente grato.