Esperienze nazionali da incorniciare senza “abbassare la guardia” educativa
Dettagli
Pubblicato Lunedì, 25 Giugno 2018 10:15
Da qualche settimana, com’è noto, è iniziato il lungo ciclo delle finali nazionali che il CSI sta promuovendo in diverse località italiane dando la possibilità di far vivere anche un profilo turistico all’esperienza sportiva. Nei giorni scorsi ho “accompagnato” il percorso dei più piccoli nel Campionato nazionale Under 12 “Sport & Go” di Cesenatico. Ho potuto apprezzare il lavoro fatto dai loro educatori durante la stagione semplicemente attraverso i comportamenti sempre dettati dall’entusiasmo e dall’allegria anche dopo le sconfitte. La mia presenza a Cesenatico mi ha dato la possibilità di toccare con mano il valore sociale dell’operato delle Società sul territorio che hanno avuto la capacità di aggregare ragazzi che provengono anche da un pesante disagio familiare, mantenere in loro viva la passione, la voglia di stare insieme e lottare per l’obiettivo nel rispetto delle regole. Praticamente tutti questi ragazzi hanno vissuto questa come prima esperienza lontani da casa e dai propri genitori, per tutti è stata la prima occasione di confronto con ragazzi provenienti da altre regioni italiane. E’ stato bello, per alcuni anche commovente, vedere queste bambine e questi bambini socializzare sia in campo che fuori, generando alcuni “gemellaggi” che necessiteranno sicuramente di momenti d’incontro nel corso della stagione.
Un’esperienza che aiuta a crescere quindi, quella delle finali nazionali, ma quello che vi ho detto non è scontato neanche in una manifestazione di bambini, ne è la testimonianza che proprio sugli stessi campi, mentre qualcuno esultava per il punto “della bandiera”, sul 60 a 1, il coach avversario chiamava il time-out per strigliare animatamente e rumorosamente i suoi Under 10. Si trasmette cosi una mentalità vincente? Io non credo.
Capitava anche che sui campi di calcio, da un lato alcuni genitori incoraggiavano i propri figli sconfitti e dall’altra, familiari dei piccoli atleti, lanciavano polemiche contro arbitri e organizzazione. Una perfetta sintesi di come si educa, sin da piccoli, alla cultura dell’alibi: uno dei mali peggiori dell’epoca moderna.
Episodi isolati, intendiamoci, ma che richiamano alla realtà quotidiana e per i quali non si può assolutamente abbassare la guardia e devono spingere quanti sono impegnati in ambito associativo ad osservare ed intervenire, mantenendo sempre un dialogo franco e aperto con le Società Sportive.