Lo sport di vertice rappresenta spesso un mondo controverso dove il peso del denaro orienta le scelte politiche e fa la differenza per vincere, dove i risultati del campo e le emozioni dei tifosi possono essere cancellati in un attimo da crisi finanziare e fallimenti.
Nel 2012, in collaborazione con la casa editrice Palumbi, ho realizzato una mostra itinerante che narrava la storia di 8 grandi campioni dello sport che avevano dato una positiva testimonianza nella loro esperienza sportiva ed umana. L’intento è stato quello di diffonderla tra i giovani, cosa che è poi avvenuta in tante parti d’Italia. Qualche giorno fa sono tornato a stupirmi e cogliere con entusiasmo il ringraziamento commosso e sincero che Roger Federer ha rivolto ai suoi tifosi: “Siete voi ragazzi. Voi che riempite gli stadi, voi che mi fate emozionare, voi che mi spingete ad allenarmi ogni giorno… grazie di tutto”. Nel 2016, la London School of Marketing lo ha votato come l’atleta più facilmente “commerciabile” ma la stella svizzera conduce una vita relativamente riservata, dirige un ente di beneficienza, la Roger Federer Foundation, che finanzia progetti d’istruzione nel sud dell’Africa e in Svizzera.
Sebbene le situazioni negative non siano poi così rare ogni tanto, ritroviamo nello sport di vertice elementi che ci riempiono di speranza e di consapevolezza che anche in questo mondo, incensato dai milioni e soggetto alla morbosità del gossip, possa riservarci qualche sprazzo di luce, qualche messaggio positivo che può essere raccolto dai tanti giovani che ancora si appassionano delle gesta sportive.