Il vero sport dice no alla violenza e alle idiozie
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Pubblicato Mercoledì, 25 Ottobre 2017 10:07
L’ultimo vissuto è stato un week-end sportivo che ci riporta indietro di qualche decennio e purtroppo non serve andare lontano per trovare episodi di cui non essere felici. A Sant’Egidio alla Vibrata (Campionato di Promozione) e a San Nicolò a Tordino (II Categoria) ci sono voluti i Carabinieri per permettere ai direttori di gara di abbandonare il campo di gioco. Nel primo caso dei “tifosi” hanno contestato un arbitro donna, nel secondo i dirigenti hanno reiterato le proteste in un lungo post-gara. Sono stati invece 12 gli arrestati per l’incontro Francavilla - L’Aquila di Serie D: i tifosi si sono incontrati prima della partita non per una grigliata ma per dare vita a tafferugli e lanci di oggetti. A Roseto degli Abruzzi, dopo la sconfitta della locale squadra di basket qualche sostenitore esagitato ha pensato bene di provocare danneggiamenti all'hotel del Presidente della Società. Sul caso che ha scomodato Anna Frank si è già detto tanto, forse troppo. Dieci “simpaticoni” hanno ricevuto una pubblicità nazionale per un gesto cretino, forse anche razzista, ma sicuramente uno “sfottò” privo di quella sensibilità e di quel senso civico che i supporters, e anche certi gruppi Ultras, hanno dimostrato di avere in numerose occasioni in cui tanti territori hanno avuto bisogno di un aiuto concreto. Personalmente ricordo, della Curva della Lazio, il lungo applauso di incoraggiamento che tributò a degli emozionantissimi ragazzi della parrocchia Sant’Antonio di Montesilvano che giocarono allo Stadio Olimpico l’ultima gara del torneo “Junior TIM Cup - Il Calcio negli Oratori” prima della Finale di Coppa Italia 2013.
Ogni vicenda, anche se negativa, porta con se una dose di positività. Questa storia, anche grazie a quei dieci sfigati, ci ha portato a ricordare una figura, quella di Anna Frank, che ci fornisce la migliore chiosa a queste vicende di cronaca: “Io non penso a tutta la miseria, ma a tutta la bellezza che ancora rimane” perché siamo tenuti, per il nostro ruolo di sportivi impegnati a costruire una società migliore, a riempire di gesti di bellezza le pagine della vita delle persone che ci sono affidate.