Quando ci si trova di fronte ad immani tragedie stride tutto ciò che richiama alla festa, al divertimento. Sentimenti del tutto opposti alla sofferenza che cattura le popolazioni più colpite e l'angoscia di quelle meno colpite.
Parlare di sport appare quindi fuori luogo di fronte a situazioni in cui c'è di mezzo la propria casa se non addirittura la vita e la morte. Si è visto chiaramente mercoledì in Pescara - Atalanta di Serie A.
Ma c'è uno sport di cui è proprio opportuno parlare anche in questi casi, ovviamente non è quello che tratta di moviola, del fenomeno Locatelli e di recriminazioni arbitrali. Lo sport che si mobilita per raccogliere materiale e risorse da destinare alla ricostruzione, quello che apre le porte degli impianti sportivi per ospitare chi non ha più un tetto, i campioni che hanno un pensiero o una parola di conforto per le persone colpite. Lo sport che esprime al meglio il valore della solidarietà, quello che si acquisisce condividendo lealmente una pista o un campo di gioco con compagni ed avversari. Questo è lo sport di cui è bello e giusto parlare in queste occasioni insieme alle prospettive che lo sport può regalare nella fase post - emergenziale.
Questo lo posso affermare da testimone oculare. Il sisma del 2009 ci ha lasciato il peso di un dramma incredibile e i sorrisi che hanno regalato i progetti messi in campo già solo pochi mesi dopo la scossa del 6 aprile valgono come oro.
Il terremoto, come certificato da studi di neuropsichiatria, produce traumi psicologici importanti tra i bambini e l'attività motoria e sportiva ha la straordinaria capacità di supportare verso il superamento di tensioni. I nostri progetti, nella loro costanza e semplicità, sono stati sostenuti da studiosi di psicologia e psichiatria e a dimostrare quanto abbia fatto bene, ad oltre 4000 ragazzi, l'attività continuativa promossa dal CSI in Abruzzo oltre all'entusiasmo e la gratitudine delle amministrazioni e delle dirigenze scolastiche ci sono lunghe pile di questionari somministrati alle famiglie. Credo che ci sarà un estremo bisogno di questo bene educativo anche nelle zone coinvolte da questi ultimi eventi sismici, come sarà utilissimo ricreare, con lo sport, il senso della comunità una volta che i cittadini torneranno a vivere nelle abitazioni provvisorie.
Cosa possiamo fare? Io credo che le Società che hanno sede nel cratere sismico potranno, con i propri operatori e nel giusto momento, prendere parte a questa attività di coesione sociale, mentre, per tutte le altre che credono nelle potenzialità dello sport, il suggerimento è di impegnarsi fattivamente nel sostegno di progetti che il CSI ha in animo di sviluppare.
Un impegno che deve unire tutti, sportivi e non, è quello di pretendere dalle Istituzioni, al centro di ogni priorità, la sicurezza e la legalità nelle nostre città.
Angelo De Marcellis
Presidente Regionale CSI Abruzzo
Il campionissimo Andrea Zorzi nel corso di una visita prevista dal progetto "Domani è già qui" nella scuola media di San Pio delle Camere nel cratere sismico aquilano.