Non riesco a togliermi dalla testa una frase con la quale, pochi giorni fa, si è presentato un Presidente di una Società Sportiva. In quelle quattro parole semplici, dirette, “fuori luogo”, l’essenza di un impegno che lega migliaia di dirigenti di Società Sportiva, di Comitato, di tutti quelli che riescono a mandare avanti un pezzetto di sport senza il dovuto supporto. Ho avuto una strana sensazione durante quella stretta di mano, non sentire un nome ed un cognome ma un qualificarsi come “matti”. Un incontro a lungo ricercato per poi presentarsi come irragionevoli, irrazionali, una dovuta premessa a tutto il resto, a tutte le altre cose che uno che ascolta potrebbe non ci crederci o pure se ci crede sicuramente pensa “ma perché questi fanno queste cose?”, “cosa ci guadagnano?”. Allora dire di essere matti forse chiarisce subito all’interlocutore che non ci sono secondi fini in tutto quello che sta per dire ma è solo follia. Mi sono dissociato nei successivi quindici minuti, quelle persone erano lì per dirmi della loro pazzia e io ci ho ritrovato la mia e quella di tante altre persone che passano tutto il loro tempo dietro il sogno di uno sport per tutti, libero dai giochi politici, dagli interessi economici e dai favori personali. Quindici minuti di personale elaborazione mentale mentre questi signori mi raccontavano come avevano ristrutturato il campo lasciato in abbandono dal Comune, come vorrebbero canalizzare al meglio le risorse racimolate per accogliere decine di bambini, adulti ed anziani della zona. Tutte cose che ho “sbobinato” dalla mia testa dopo averli salutati, per cercare qualche forma di interazione. A volte certi contri “casuali” ti cambiano la vita, nella estrema semplicità, ti danno risposte a domande che non ti fanno dormire. Ve la dico tutta: ce ne fossero di matti così. Solo folli di questa proporzione che fanno grande una Associazione come la nostra! Il loro sogno diventa il nostro sogno e anche i ritmi insopportabili, gli sforzi a favore di chi non li vuole, le riunioni “fatte per non fare” e i lunghi kilometri per arrivarci assumono improvvisamente un senso, un motivo reale per giustificare la nostra di follia. “Siate affamati, siate folli!” diceva Steve Jobs ai laureati della Stanford University di Palo Alto. Se non siete almeno un po’ matti noi non vi vogliamo.
Angelo De Marcellis Presidente Regionale CSI Abruzzo