Lo sport accorcia le distanze, lo sport integra, lo sport include e previene il disagio sociale. Tutte verità, tutte cose bellissime ma che a volte rimangono solo slogan da tirar fuori nelle occasioni ufficiali.
Oggi, tutti noi, abbiamo l’opportunità di fare un’altra cosa utile alla collettività, con lo sport. Da qualche settimana nelle città abruzzesi come in tante altre italiane, c’è un grande numero di ragazzi africani, accolti dal programma rivolto ai richiedenti asilo. Questi ragazzi provengono da Nigeria, Somalia, Mali, Togo, Sudan, Senegal, Ghana, Guinea Bissau, Eritrea, Sierra Leone, ecc.
I ragazzi sono tranquilli, seguiti e assistiti nei loro bisogni da specifici operatori. Chiedono di giocare a calcio. Chiedono di avere un campo dove allenarsi, correre e tornare a sorridere.
Chiediamo alle nostre società calcistiche (di 11, 7 e 5) di aprire ad un paio di questi ragazzi le porte della propria realtà, dare la possibilità di allenarsi e magari di includerli, premiando il loro impegno, nella “rosa” del Campionato.
Credo che oggi il nostro movimento sia maturo per attuare questo ulteriore slancio sociale, credo che non spetti a noi una valutazione politica sulla loro presenza in Italia ma che, in questo momento, la cultura dell’accoglienza che appartiene al DNA del CSI debba aiutarci superare i pregiudizi ed essere fautrice di un impegno concreto nel realizzare la pienezza dello sport già espressa in apertura.
Il Comitato farà certamente la sua parte, mettendo in condizione di non far gravare costi supplementari alle società che aderiranno a questo progetto. Attendo riscontri da chi vuol essere della partita per la quale non c’è altra possibilità che giocare di squadra!