NUOVE CERTIFICAZIONI SANITARIE NELLO SPORT: OPPORTUNITA’ O DETERRENTI?
In preparazione della prossima stagione mi sento in dovere di comunicarvi in poche parole pratiche e dirette quelli che sono i risvolti, sul territorio e per la nostra attività, del “Decreto Balduzzi” (http://www.quotidianosanita.it/allegati/create_pdf.php?all=1031960.pdf) che riforma la tutela sanitaria nello sport per cominciare a "mettere la testa" anche su questi adempimenti che da oggi, anzi da sabato scorso, sono necessari e obbligatori.
Intanto il decreto definisce “amatoriale” tutte le attività svolte al di fuori del riconoscimento delle Federazioni, Enti di Promozione Sportiva e Discipline Associate. In pratica se andate a correre una volta ogni tanto il certificato medico è solo raccomandato, se invece fate una attività fisica “amatoriale” personale o di gruppo con continuità e/o in un contesto autorizzato è obbligatorio solo il certificato per l’attività ludico-motoria che rilascia il medico di base.
Se fate attività in una Federazione o in un Ente come il CSI rientrate nelle tipologie “non agonistica” o “agonistica”. Questa differenziazione è stabilita dalla Federazione o dall’Ente stesso in base a dei parametri di riferimento.
Con il nuovo decreto accade che oggi, ad esempio, quella che il CSI definisce attività “non agonistica”, cioè quelle manifestazioni svolte all’interno delle Associazioni affiliate (tornei di calcetto, pallavolo, ecc.) che hanno durata inferiore ai 45 giorni, richiede la presenza del solito certificato rilasciato dal medico di medicina generale con l’aggiunta del preventivo controllo della pressione arteriosa e dell’elettrocardiogramma a riposo.
Prendete quindi un qualsiasi torneo estivo di quartiere o di paese. Stando alle regole di oggi, ciascun partecipante dovrà sottoporsi a questi due esami diagnostici, presentarli al medico curante e ottenere la certificazione per giocare nel torneo.
Alla medesima certificazione si devono attenere, da ora, anche quei ragazzi che disputano le fasi locali dei Giochi Sportivi Studenteschi e altre attività parascolastiche come quelle svolte con il CSI.
Per l’attività “agonistica”, quella che per noi è rappresentata dai Campionati stagionali, non cambierebbe nulla sul piano della certificazione in quanto è richiesto sempre il famoso Certificato di Idoneità sportiva agonistica, che viene ritenuto quello più idoneo nel caso di sforzi fisici prolungati.
Per quest’ultima attività come per tutte le altre, a partire dall’ottobre del 2015, vale invece l’obbligatorietà del defibrillatore a carico delle Associazioni Sportive Dilettantistiche. Molte si stanno già opportunamente adeguando ma certamente il Comitato saprà, nei prossimi mesi, offrirvi un quadro di possibilità agevolate per mettervi in regola su questo tema.
La tutela della persona è al centro del nostro impegno. Se realtà come il CSI si impegnano nella diffusione dello sport è anche per migliorare la salute di tanti cittadini. Quando lo sport produce danni alla salute si verifica una sorta di controsenso che va certamente limitato con ogni sforzo.
D’altra parte le nuove misure prevedono nuovi oneri a carico di praticanti e società sportive in una fase già critica per le casse personali ed associative. Di questo tengo personalmente un termometro bollente e il timore è che questo decreto, da grande opportunità di sviluppo della prevenzione sanitaria si trasformi in un ulteriore deterrente per chi intende cimentarsi nella pratica sportiva, per chi vuole mettere in regola la propria iniziativa o la propria società.
A tutto questo si aggiunge una sorpresa che molti non si aspettavano, perché il provvedimento che la istituisce non ha avuto adeguata pubblicizzazione: la Regione Abruzzo, con Deliberazione del 6 maggio e pubblicata sul BURA il 29 maggio (http://bura.regione.abruzzo.it/singolodoc.aspx?link=2013/Ordinario_20_3.html) ha introdotto delle tariffe per le visite, fino ad oggi gratuite, relative all’idoneità sportiva agonistica praticata da chi ha compiuto la maggiore età.
Ci auguriamo che ha questo faccia seguito almeno un miglioramento del servizio offerto con un potenziamento che riduca le assurde tempistiche delle liste d’attesa.
Sul piano generale sappiamo che diverse organizzazioni sportive, tra cui il CSI, si stanno mobilitando a livello nazionale per “correggere il tiro” di provvedimenti che, senza ammortizzatori, potrebbe fare danni alla promozione dello sport. Stiamo a vedere, attiveremo una “news” speciale sul sito del Comitato di Teramo, sulla quale potrete tenervi aggiornati sulle interpretazioni e integrazioni del decreto.